Canto.
E l'aria diventa una lamina d'oro.
Il mattino sorge nel mio petto
come un sole che dimentica di morire.
Ma oggi il canto pesa.
Tra le piume, il mormorio della fine
si posa come polvere sul grano.
Sono solo una voce, e mi sto già dissolvendo.
Canto – e il suono mi trafigge,
apre il mio corpo alla chiarezza,
fa della mia gola un fiume di addii.
Ah, morire cantando!
Essere un istante che si risveglia e si spegne,
una scintilla che tocca il mondo
senza mai appartenergli.
Il giorno spunta, cado.
E il canto, libero, continua – senza padrone, senza gallo, senza morte.
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